È il primo ponte che si incontra provenendo dall'Origine, ossia dalla sorgente principale ai piedi del paese di Sant'Urbano, a poco più di due chilometri da essa. Secondo una mappa del XIX secolo, esso ha una lunghezza di palmi 80 (m 17,87), preceduto e seguito da bocchette per l'accesso all'interno, una delle quali ancora visibile.
È ad un solo arco a sesto ribassato, con le spalle interrate, realizzato con pietre di piccole dimensioni, provenienti dallo scavo della vicina trincea per alloggiare il cunicolo. La tessitura del paramento murario è incerta, su filari ad andamento non rettilineo, mentre l'arco è realizzato con mattoni di chiara fattura cinque-seicentesca, avente luce di metri 3,51 e distanza fra l'intradosso e l'alveo attuale del fosso di metri 1,80 circa.
Dal piano superiore (m. 296 s.l.m.), ove corre la "Strada comunale della Formina", larga metri 1,70, all'intradosso dell'arco, vi sono metri 3,35, spazio nel quale passa il condotto. La struttura non conserva nulla di visibile che possa attribuirsi ad un ponte di epoca romana, probabilmente quello che si vede è frutto dei restauri effettuati nella metà del XVI secolo e di altri fatti in epoca moderna, a giudicare dalla sezione interna del cunicolo, coperta con una soletta in calcestruzzo armato. C'è comunque da rilevare che, per superare il compluvio, non era necessario realizzare un'opera del genere, sarebbe bastato seguire l'andamento dell'attuale strada comunale, che aggira il ponte a monte, passando alla stessa quota, allungando il percorso di pochissimi metri.
Situazioni del genere sono state superate, nella stessa Formina, con soluzioni meno dispendiose ma forse, visto il terreno molto argilloso (Scaglia Cinerea), un cunicolo che seguiva l'andamento del terreno potrebbe essere stato spazzato via da una frana, che avrebbe poi costretto a realizzare tale struttura.