È il secondo ponte dell'acquedotto, che si trova ad oltre 7300 metri dall'Origine, ossia dalla sorgente principale ai piedi del paese di Sant'Urbano. Secondo una mappa del XIX secolo, esso ha una lunghezza di palmi 110 (m 24,57) e al di sopra (m 280 s.l.m.), passa attualmente la strada provinciale Narni - S. Urbano che ne ha conservato la struttura, composta da un unico arco a sesto acuto con luce metri 2,80 e altezza dall'intradosso fino al terreno di metri 3,90, mentre le spalle sono alte da terra metri 1,85. Il cunicolo corre al suo interno. Sull'imposta dell'arco vi sono delle pietre rettangolari sporgenti per poggiare la centina, che non furono scalpellate a lavori ultimati, per poter garantire eventuali futuri lavori di restauro.
Il nome chiaramente allude al rifacimento della struttura in epoca non precisata, che la forma dell'arco può orientare a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. È possibile che il rifacimento sia databile al 1303, anno in cui furono realizzate le fontane nelle principali piazze di Narni, la data risulta infatti nella coppa in bronzo presente in Piazza dei Priori, l'unica rimasta intatta, mentre quella di Piazza Garibaldi fu rifatta nel XVI secolo ed infine quella detta del Troio fu demolita nel XIX secolo. In occasione del suddetto restauro fu riutilizzato il materiale del ponte antico ed adattato alle nuove esigenze e dimensioni, mentre alcuni conci di base furono lasciati, anzi si pensa che tutta la fondazione sia quella originaria. Sono infatti visibili parte dei blocchi in opera quadrata romana sugli spigoli a valle, dei quali alcuni con bugnato ed anathyrosis (sistema di lavorazione delle pietre per facilitare il loro accostamento), ed uno alla base della spalla ovest sul lato a monte. Anche nella muratura delle spalle stesse sembra che siano stati riutilizzati blocchi originali in calcare risagomati, mentre è possibile che per l'arco fu usato travertino portato appositamente sul posto.