Difficoltà medio bassa
Nella descrizione del percorso verranno indicate alcune quote rispetto al livello del mare dei punti più significativi e le distanze progressive dalla partenza. Durante il tracciato è possibile incontrare dei cancelli mobili per evitare il transito di animali, essi si possono aprire per passare ma che è necessario richiuderli con cura.
Il percorso ha inizio dove l'acquedotto Formina entrava in città (m 244 s.l.m.) (m. 0,00), all'esterno delle mura medievali, in corrispondenza del parcheggio nei pressi dell'ex monastero di S. Margherita, che si trova alla fine di via Cocceio Nerva, nome che ricorda il nonno dell'imperatore romano di origini narnesi, al quale è attribuita la costruzione dell'importante opera.
Giunti all'ex convento dei Cappuccini Nuovi, trasformato in villa moresca, dopo il cancello d'ingresso seguire verso valle il perimetro del muro di cinta per riprendere il sentiero, che dopo una leggera salita passa di nuovo sopra l'opera romana. All'incrocio con una stradina asfaltata che sale da sinistra, andare a destra fino a ponte Cardona (m 263 s.l.m.) (m 2.700 da inizio percorso). Lungo il viottolo si incontrano le bocchette e i pozzi di accesso all'acquedotto. Mantenendo la stessa quota, superate alcune rocce e una mulattiera che taglia il tracciato, si arriva alla provinciale Narni - S. Urbano (m 280 s.l.m.) (m 3.900), che andrà percorsa verso destra.
Dopo ponte Vecchio (m 4.300) e ponte Nuovo (m 4.900), cinquanta metri prima del termine indicante il sesto chilometro della provinciale, scendere sulla sinistra per un viottolo in un campo (m 350 s.l.m.) (m 6.910) e, tagliandolo trasversalmente, seguendo la stessa direzione precedente, inoltrasi nel bosco per riprendere il sentiero sul lato opposto.
Usciti dalla vegetazione, imboccare sulla sinistra la stradina bianca (m 290 s.l.m.) (m 7.200) e superare una sbarra posta per evitare il transito dei mezzi. Mantenendo la stessa direzione, superati sulla sinistra alcuni olivi e un pozzo, inoltrarsi nel campo di fronte attraversandolo. Superare un compluvio e salire verso la collina di fronte, dove è visibile una bassa struttura che protegge l'uscita della galleria di monte Ippolito (m 7.480); in caso di coltivazioni in atto è bene aggirare il campo sulla destra. Continuando a salire, prendere la prima stradina bianca verso sinistra fino in cima, dove si trova un prato con alcune querce secolari, che va percorso seguendo il bordo sinistro fino alla sommità.
Giunti ad una stradina asfaltata (m 354 s.l.m.) (m 7.800), prendere a destra e, dopo pochi metri, seguendo una rete di recinzione, scendere a sinistra per una mulattiera nel bosco (m 7.880). Al primo bivio prendere a destra, fino ad un fosso (m 282 s.l.m.) (m 8.420) dov'è l'ingresso della galleria di monte Ippolito. Si giunge quindi ad un bivio con una strada che sale sulla destra da imboccare. Alla sommità si giunge ad una strada bianca che scende e che va presa sulla sinistra, fino ad un gruppo di case in località "I Simeoni" (m 290 s.l.m.) (m 8.780). Il tracciato continua tra l'ultimo edificio di fronte e un rudere sulla destra. Dopo circa 150 metri, imboccata una carrabile che scende da destra, si dovrà mantenere la stessa quota e direzione per alcuni metri, per poi entrare salendo in un campo, accolti da una grande quercia ed un vicino pozzo dell'acquedotto, protetto da un muretto in mattoni (m 9.100).
Mantenendo lo stesso allineamento si salirà la piccola collina di fronte, per poi scendere in un campo con alcuni vecchi olivi. Addentrandosi nel bosco sul lato opposto, riprendere il sentiero, fino ad intercettare una strada bianca (m 9.660) che va seguita sulla sinistra. Passati a fianco del ponte di Pennina (m 10.780), voltare a sinistra prima della vecchia stazione di pompaggio del paese di Itieli (m 300 s.l.m.) (m 10.850). Superato un piccolo corso d'acqua, risalire sul versante opposto. Tornati al livello dell'acquedotto, percorrere il sentiero senza significativi cambi di quota fino ad un campo (m 310 s.l.m.) (m 11.250) da dove, nella parte opposta, imboccare una via campestre in salita. Alla prima curva a destra prendere a sinistra un piccolo sentiero in piano che passa sopra il cunicolo, fino ad un pozzetto in cemento (m 11.410), da dove esce la galleria di S. Biagio. Subito a destra di esso il tracciato sale e si ricollega con il precedente, che va seguito fino in cima, per raggiungere la strada comunale di Castelvecchio (m 360 s.l.m.) (m 11.640).
Dalla parte opposta del nastro asfaltato, un viottolo sterrato scende di alcuni metri, per poi proseguire in piano. In questo punto entrare sulla sinistra nel bosco, costeggiando la strada bianca, seguendo il sentiero che corre sul bordo destro del fosso. Usciti dal bosco proseguire il sentiero sulla destra. Giunti in un campo (m 12.250), seguire la stessa quota e direzione fino a prendere sulla sinistra la strada campestre che si incrocia (m 12.470). Poco dopo, nell'oliveto sulla destra, si troveranno le opere di presa dell'acquedotto (m 328 s.l.m) (m 12.540), ora usato per alimentare la soprastante frazione di S. Urbano, che si raggiunge proseguendo la stessa mulattiera in ripida salita (m 444 s.l.m.) (m 13.140 da inizio percorso).